Con tutta la nuova sede a disposizione (venerdì scorso eravamo piu di 15, ieri in 2), approfittiamo per venire alle mani in uno scontro ambientato nell'età dei vichinghi. I danesi di Re Aroldo si scontrano coi franchi carolingi di Pipino il pippone.
I danesi appiedati e sudati schierano 8 guardie armate di temibili e lunghe asce (trattasi dell'unica cosa lunga di cui dispongono), 12 contadini armati d'arco e i restanti guerrieri. Il franco risponde con 12 guardie (6 in groppa a maestosi destrieri e 6 appiedati ma non sudati) e 24 guerrieri di arco armati.
Lo scenario prevede che sia il danese a fare il terreno e il franco a decidere su quale lato schierarsi e, come condizioni di vittoria, i punti massacro più un bonus di 2 punti per ogni unità sopravvissuta in più del nemico.
Al termine dello schieramento entrambe le bande puntano alla conquista della rovina posta nel centro del terreno di gioco.
Con scatto felino, le guardie danesi e i volgari contadini si gettano urlanti nella rovina e cominciano a lanciare insulti e dardi sul nemico.
Nel frattempo gli arcieri franchi si danno da fare pur senza eclatante successo.
Una unità di guerrieri danesi attacca gli arcieri franchi e scorre il primo sangue.
Offesi dalla boria dei contadini e vogliosi di combattere, le nobili guardie franche si gettano nella rovina menando fendenti a destra e manca, consapevoli che i loro omologhi danesi li avrebbero successivamente contrattaccati. Con altrettanto ardore, e con maggior marziale eleganza, le guardie a cavallo contrattaccano i guerrieri danesi stanchi dopo il primo scontro e li schiacciano sotto gli zoccoli.
Arriva il temuto contrattacco danese, le 8 guardie con ascia contro le 6 affaticate dallo scontro, e un'unità di guerrieri contro le guardie a cavallo. Le guardie appiedate franche si battono come leoni e, perdendo 4 di loro, si portano in cielo altrettanti nemici. Invece la carica contro le guardie a cavallo finisce con la ritirata danese dentro la palude.
Iniziano le fasi finali e convulse della partita. Re Aroldo decide di prendere in mano direttamente la situazione (oltre alla propria ascia) perché non si può fidare dei suoi sgherri e carica le guardie a cavallo con successo. Nel frattempo altri scontri minori e il tiro dell'unità superstite e integra degli arcieri franchi continuano a mietere vittime.
Quello che doveva essere lo scontro epico e finale tra i due Signori si conclude (quasi) con un nulla di fatto, anche se si raggiungono toni degni dell'epica quando re Aroldo sta per essere colpito dalla spada di Pipino il Pippone e viene salvato da una sua guardia che si immola in sua vece.
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